La cultura francese contro il fanatismo religioso: un lungo percorso europeo

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Data pubblicazione
Pubblicato il: 
16/11/2015
Sede: 
Trieste

Per riflettere insieme sugli aspetti ideologici e culturali dell’attacco terrorista a Parigi (anche contro la ‘generazione Erasmus’), ritengo utile segnalare agli studenti del DiSU alcuni passi del “Trattato sulla tolleranza” (1763) di Voltaire (Scritti filosofici, ed. Laterza 1972, vol. I), che hanno contribuito a illuminare le coscienze in un’epoca ancora carica del feroce retaggio delle guerre di religione europee, della scissione protestante, delle lotte tra ugonotti e cattolici, dell’intolleranza dei calvinisti. Un piccolo contributo filosofico per lavorare sulle idee e riconoscerci nei nostri valori, non scontati, ma frutto e conquista laboriosa di una storia martoriata.

Cap. II: “Si direbbe che si sia fatto voto di odiare i propri fratelli, perché noi siamo abbastanza religiosi da odiare e perseguitare”

“Che splendido spettacolo l’Europa  con il cappuccio e la maschera  e due piccoli fori rotondi davanti agli occhi...quel modo di vestire è un’uniforme che avverte gli avversari di impugnare le armi”

Cap. IV: "La tolleranza non ha mai provocato una guerra civile, mentre l'intolleranza ha coperto la terra di eccidi"

Cap. V: "Il miglior mezzo per diminuire il numero dei maniaci...è di affidare la cura di questa malattia dello spirito alla ragione, che in modo lento ma infallibile illumina gli uomini. Essa è...umana...rende gradita l'obbedienza delle leggi più che la forza non ne assicuri l'osservanza"

Cap. VI: “Il diritto all’intolleranza è, dunque, assurdo e barbaro: è il diritto delle tigri; anzi, è più orribile, perché le tigri sbranano soltanto per mangiare, e noi ci siamo sterminati per dei paragrafi"

Cap. XI: "Se la persecuzione di coloro con i quali disputiamo fosse cosa santa, dovremmo ammettere che colui che avesse fatto uccidere più eretici sarebbe il più grando santo del paradiso..Tra due assassini animati da eguale zelo religioso quello che abbia sventrato 24 donne ugonotte dovrebbe essere innalzato a una gloria doppia di colui che ne avesse sventrate solo 12...Strani titoli per la gloria eterna"

Cap. XXII: “Come? mio fratello il Turco, il Cinese, l’Ebreo, il Siamese? Sì, certamente: non siamo tutti figli dello stesso padre e creature dello stesso Dio? – Ma quei popoli ci disprezzano, ci trattano da idolatri! – Ebbene, dirò loro che hanno torto marcio [...]: “Questo piccolo globo, che è solamente un punto, ruota nello spazio, come tanti altri globi: noi siamo sperduti in quest’immensità. L’uomo, che è alto circa cinque piedi, è indubbiamente ben poca cosa nella creazione. Uno di questi esseri impercettibili dice a qualcuno dei suoi vicini, nell’Arabia o nella terra dei Cafri. ‘Ascoltatemi, perché il Dio di tutti questi mondi mi ha illuminato: ci sono novecento milioni di formicole come noi sulla terra, ma soltanto il mio formicaio è caro a Dio; tutti gli altri, egli li ha in orrore sin dall’eternità. Esso soltanto sarà felice, e tutti gli altri saranno disgraziati in eterno’. Allora costoro mi trarrebbero in arresto, e mi domanderebbero chi è il pazzo che ha detto simili sciocchezze. Risponderei: ‘Voi stessi’.

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Ultimo aggiornamento: 16-11-2015 - 14:57
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